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Notizie 2005

(Quotidiano la Sicilia del 20 settembre 2005)

Licata, strage di carpe e trote avvelenate da alcol e vinacce

Licata. Prima una sonora sbronza con conseguente perdita di conoscenza; poi la morte, presumibilmente per asfissia. Questa la fine fatta ieri da centinaia di grossi pesci, spiaggiati lungo le sponde del fiume Salso. Carpe e trote che giacevano sotto il sole, proprio nel tratto del fiume che attraversa Licata, prima di tuffarsi in mare. Sono stati gli studenti, che ieri mattina attraversavano il ponte per il primo giorno di scuola, a dare l'allarme. In breve, i centralini di vigili urbani e carabinieri sono stati tempestati di chiamate. Sul posto si è subito recato il dott. Enzo Pezzino, responsabile dell'Ufficio Igiene pubblica dell'Asl1: «Secondo un primo esame – ha spiegato l'esperto –, i pesci sono rimasti avvelenati dagli scarichi di materiale di scarto per la vinificazione. In pratica, qualcuno ha gettato nel fiume un grosso quantitativo di vinacce, alcol metilico e acidi da esso derivati. Abbiamo prelevato numerosi esemplari morti su cui effettueremo analisi di laboratorio per la conferma dei nostri sospetti». Non è la prima volta che i pesci che vivono nel Salso – il fiume nasce sulle Madonie – rimangono vittime del dissennato e criminale comportamento di gente senza scrupoli. In passato, carpe e trote erano state uccise dagli scarichi dei frantoi durante il periodo della spremitura delle olive. Non solo: nel fiume vi sono anche numerosi sbocchi fognari abusivi. Di qui le indagini subito scattate da parte di carabinieri e Guardia di finanza per individuare i punti di immissione dei veleni lungo il letto del fiume. Dal canto loro, agenti di polizia hanno confiscato decine di chili di pesci prelevati lungo gli argini e messi in vendita abusivamente. Antonio Cacciatore

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